Avere consapevolezza del proprio modello di ascolto è fondamentale per chi opera in professioni che hanno come punto centrale e valorizzante la relazione con gli altri.

Questo è un questo tema che non riguarda solo chi lavora in professioni di aiuto ma coinvolge moltissime altre figure professionali dal commerciante all’insegnante, dall’estetista all’elettricista e permea la nostra vita ben al di là dell’ambito lavoro.

Come possiamo acquisire consapevolezza del nostro modello di ascolto?

Un esercizio per la consapevolezza

Proviamo a focalizzare quali sono le situazioni in cui troviamo facile ascoltare l’altro e quelle in cui lo troviamo difficile. Riflettiamo su chi è il nostro interlocutore, quale posizioni ha rispetto a noi nella comunicazione (insegna, conversa, negozia, ecc…), quali sono le strutture di discorso ricorrenti, le parole ripetute, gli accenti o i toni e il contesto in cui avviene l’ascolto.

Se scriviamo tutte queste osservazioni ogni giorno per qualche tempo, avremo presto un’ampia gamma di situazioni a cui far riferimento e tra le quali trovare un tema conduttore della nostra modalità di ascolto.

Questo “esercizio” non ti aiuta a “migliorare” la tua capacità di ascolto, quanto a prendere consapevolezza della tua modalità principale di ascolto. Può essere interessante fare l’esercizio anche all’interno di un gruppo di lavoro poiché, attraverso la condivisione delle osservazioni, riuscirai a apprezzare anche la molteplicità degli stili di ascolto degli altri.

Cosa scoprirai con questo esercizio?

Ascolto attraverso

Scoprirai che ogni ascolto è ascolto attraverso.

Il messaggio nella trasmissione da chi emette a chi riceve “passa attraverso”

  • i filtri applicati da chi lo emette nella codifica
  • i filtri ambientali
  • i filtri applicati da chi lo riceve nella decodifica

In questo articolo, vorrei focalizzare la tua attenzione proprio su questi ultimi relativi al processo di ascolto.

Per prima cosa ascoltiamo attraverso il filtro della nostra esperienza
Se presumiamo di aver fatto esperienza di qualcosa di simile a quello che chi è di fronte a noi racconta, riusciamo con più facilità a essere empatici.
I filtri attraverso i quali ascoltiamo e “setacciamo” il significato dalle le parole degli altri sono moltissimi. Non solo esperienza personale ma anche religione, valori culturali, ideologie politiche ma anche competenze tecniche e professionali.
Questi filtri possono talvolta essere profondamente distorsivi del significato attribuito dall’emittente al messaggio.

Il falso mito dell’ascolto neutro


Ambire a un ascolto neutro senza filtri è un proposito irrealizzabile. Quello che è possibile fare è avere consapevolezza di quali sono i filtri che applichiamo e di quale impatto hanno di volta in volta nella nostra comunicazione chiedendoci se sono di aiuto o se sono di ostacolo.
L’applicazione di questi filtri individuali e culturali nell’ascolto è, a livello evoluzionistico, un meccanismo salvifico che consente all’essere umano di giudicare in tempi brevissimi a partire da pochi elementi rivelatori anziché operando un lungo e dispendioso processo di analisi.

Hai mai osservato che le persone che ti piacciono a prima vista hanno caratteristiche fisiche ricorrenti? Quella caratteristica fisica per noi elettiva è considerata “buona” e indirizza il nostro giudizio (immediato) attingendo alla nostra memoria esperienziale.

Lo stesso avviene per la scelta del vocabolario, il tono della voce o l’accento.

Sospensione anziché negazione del giudizio

Quando l’ascoltare è fondamentale per la relazione professionale, di business o personale è necessario riuscire a emanciparsi da questi meccanismi di difesa che rischiano di rivelarsi pericolosi boomerang per le relazioni interpersonali e impegnarsi nella pratica dialogica della sospensione del giudizio attraverso il riconoscimento dei pregiudizi.

Il momento in cui valutare (e giudicare infine) viene posticipato non negato.

Quando ascoltiamo la nostra sfida è l’impegno in una forma di doppio ascolto.

Ascoltiamo l’altro e ascoltiamo noi stessi ascoltare!  Quando ascoltiamo noi stessi che ascoltiamo, diventiamo consapevoli dei filtri attraverso i quali ascoltiamo e possiamo decidere cosa vogliamo fare al riguardo.

continua…

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