ispirazione

In questo articolo ho accolto come punto di partenza per occuparmi di creatività la definizione del matematico francese Henri Poincaré:

La creatività è la capacità di unire elementi esistenti con connessioni nuove, che siano utili”.

Vorrei ora concentrarmi sul concetto di ispirazione, ovvero il punto di innesco del processo creativo. Il significato letterale del termine è “respirare su” ed ha le sue origini in Grecia e il respiro a cui si fa riferimento è il respiro del dio che illumina la mente dell’uomo alla verità e lo guida ad agire in modo eticamente, moralmente e logicamente ponendolo in uno stato mentale utile alla creatività (estro creativo).

In tutte le definizioni è evidente che l’origine dell’ispirazione è esterna all’individuo, che la coglie e la trasforma attraverso il processo creativa.

Se stiamo con le orecchie e gli occhi aperti abbiamo buone possibilità di essere ispirati?

Sguardo trasversale

Le vie dell’ispirazione sono infinite. Ma dove sono? Ognuno ha le sue. Ti faccio qualche esempio che possa ispirarti a trovare la tua!

Il sogno

Per molti anni in azienda ho dovuto affrontare situazioni complesse in cui problemi tecnici, problemi organizzativi e limitazioni di budget erano parte di una complessa matassa da sbrogliare.

Non esisteva una formula da applicare né una bacchetta magica e qualche volta neppure il matto e disperatissimo impegno potevano risolvere i problemi. Mi sono trovata in molte occasioni a sperare in un’illuminazione che potesse ispirare una soluzione nuova ed efficace.

Quasi sempre quella scintilla è arrivata nella notte in sogno. Vi racconto, il problema montava per alcuni giorni, definendo in modo sempre più dettagliato le caratteristiche e i confini e, parallelamente, la mia impazienza per la soluzione. Spendevo giornate intere ad arrovellarmi per trovare una soluzione fino a quando, appena prima di cedere all’ansia, nella notte facevo un sogno. Potrei quasi definire il sogno risolutore come un sogno ricorrente tanto ogni volta era simile alla precedente. Nel sogno appare mio fratello (bio-architetto, qui la sua intervista) e mi racconta come con un lavoro in terra cruda posso risolvere il problema che ho. Al mio risveglio non ricordo la soluzione e reagisco con un sorriso all’ingenuità del mio inconscio che crede di risolvere un problema legato ad applicazioni informatiche con una tecnologia di bio-architettura. Sarà così, non mi lancio in interpretazioni psicologiche fantasiose ma ogni volta che ho fatto questo sogno, nella mattinata successiva è arrivata (dovrei dire, ho trovato) la soluzione. In qualche modo l’attività onirica ha aperto un canale.

La giraffa

Ognuno di noi tende a circondarsi di persone che lo nutrono. E per nutrimento intendo il nutrimento specifico di cui abbiamo bisogno e che per ognuno di noi può essere diverso. La mia osteopata è differente (citazione scontata di una pubblicità che non a caso mi ha colpito molto). Nella sua pagina Face Book si definisce ARPEOPATA, una professionista dell’osteopatia (ed è veramente brava, provare per credere!) e dell’arpa (ed è veramente brava, ascoltare per credere!). Nell’autunno mi sono presentata all’appuntamento mensile e mi ha accolto mostrandomi con entusiasmo la sua creazione: Gina, ossia una giraffa di cotone realizzata all’uncinetto. Un nuovo hobby? No. Uno strumento per dare slancio alla creatività che in quel momento era un po’ addormentata. Federica ha iniziato a produrre le giraffe di cotone colorato perché muovere le mani (nel senso di creare/produrre con l’attività manuale qualcosa che non fosse per lei associabile al lavoro) era il modo per riattivare il processo creativo in un momento in cui la stanchezza mentale inibiva un approccio squisitamente intellettuale. Manco a dirlo l’ispirazione è tornata!

Il potere del tasto “pause”

Da questi due esempi tanto diversi emerge un concetto importantissimo: deconcentrare l’attenzione dal problema (dormendo o dedicandosi ad altro) è un meccanismo quasi infallibile per trovare l’ispirazione.

Andare in vacanza è utile per riaccendere la nostra capacità creativa temporaneamente appannata.

Quando siamo in viaggio, immersi nella natura o nell’arte la nostra capacità creativa aumenta. Questo fenomeno è dovuto principalmente a tre fattori:

  • Riconoscere la bellezza (intesa come armonia, equilibrio, perfezione) stimola una spinta all’emulazione. È noto che il desiderio di dipingere, di scrivere o di intraprendere alcuni tipi di progetto sia incoraggiato dalla visita a una pinacoteca, dalla lettura di saggio o da una conferenza
  • Muoversi al di fuori delle regole ci libera dall’obbligo alla disciplina e solletica la nostra attitudine ad analizzare il mondo con una nuova prospettiva
  • L’horror vacui del riposo, specialmente se siamo dei soddisfatti adepti della produttività, attiva la nostra mente.

Come gestire il blocco creativo?

Andare in vacanza non sempre è possibile! E allora? Come possiamo fare a gestire il blocco creativo?

Per prima cosa accettiamolo. Per ognuno di noi avere un blocco creativo ha un significato diverso. Per lo sviluppatore è non trovare il modo per costruire una APP ottimizzata, per il manager è rimanere impantanato nelle secche di un progetto, per me in questo momento non trovare ispirazione per scrivere gli articoli di questo blog. È importante accettare che non tutti i momenti sono uguali e che noi stessi non siamo uguali da un momento all’altro.

Accettare? Va bene, ma se non possiamo permetterci di fermarci, come possiamo muoverci?

Nel prossimo articolo ti parlerò di come possiamo ingannare noi stessi e tornare ad essere ispirati e creativi ogni volta che ci serve!

Se non vuoi aspettare e se hai il desiderio di riattivare la tua capacità creativa e di elaborare soluzioni innovative per il tuo lavoro e la tua vita, contattami! Possiamo conoscerci e capire quali sono gli strumenti di coaching adatti al tuo allenamento!

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