Scrivere? Avevo sempre scritto. Tutto iniziò con un extraterrestre

Ho imparato a scrivere con facilità in prima elementare, quasi subito correttamente e con grande piacere, ero una gran chiacchierona quindi nessuno si stupì della mia precoce abilità nel riempire fogli di parole. È plausibile ipotizzare che intorno a me si coltivasse l’inconfessabile speranza che scrivendo, avrei avuto meno tempo per parlare!
Giocare con le parole è stato sin da subito una schermaglia d’amore. Scrissi la prima poesia al secondo mese della prima elementare. Il reperto non è stato conservato ma ne conservo l’indelebile ricordo che si deve ad ogni prima volta: si trattava di un rudimentale componimento di una ventina di versi intitolato “L’extraterrestre”. La fantascienza era con una precoce passione e elaboravo una struggente riflessione sulla solitudine di un extraterrestre che, sebbene veda tutti, nessuno può vedere.

continuò con lo sturm und drang e un buon fiuto per gli affari
Al liceo, come tanti adolescenti, mi dilettavo nella stesura di romanzetti d’amore, lettere sturm und drang, articoli per il giornalino scolastico, scherzi e… poesie scritte su commissione!
Confesso! Per la modica cifra di 10.000 lire (un biglietto del cinema) componevo poemetti d’amore. Integravo così la paghetta e fidelizzavo alcuni affezionati clienti, tra i quali un compagno di classe, che con un regolare acquisto settimanale, conquistò il cuore di colei che sarebbe diventata sua moglie. Di lei sapevo solo che era bionda e con gli occhi azzurri.

trovò nel teatro il suo completamento
Quando arrivò il teatro scrivere divenne un’attività necessaria.
Quando il teatro mi lasciò, mi lasciò anche la scrittura. Accadde proprio come nelle storie d’amore, il distacco non è solo dal nostro oggetto-soggetto d’amore ma anche dalle attività essenziali che si consumavano in coppia. L’inchiostro della creatività se ne andò lacrima dopo lacrima.

Eppure scrivere è un atto identitario
Quello che restava era la perizia tecnica e la chiarezza dell’esposizione. In azienda ho scritto tanto e ho corretto (e riscritto) tanti testi di altri. Saper scrivere in azienda è una dote riconosciuta ma difficilmente monetizzabile.
In quegli anni bui, ogni tanto cedevo alla nostalgia e frequentavo corsi di scrittura creativa nei quali producevo raccontini grotteschi da condividere nelle serate con gli amici!

E l’agnizione arrivò con il coaching
È stato il coaching a “stanare” il narratore che si nascondeva da qualche parte dentro di me.
E’ stato il primo risultato di un percorso di Job Coaching, al termine del quale ho pubblicato due articoli sulla mia pagina LinkedIn. È stato utile, molto faticoso ma è stato il primo passo per scrivere di nuovo.
Scrivevo di project management e di cinema o di teatro, potevo offrire ai lettori la mia prospettiva.

Se sei curioso di sapere cosa ho scritto, ecco i link agli articoli!

“The walk: una corda tesa tra cinema e project management”
https://www.linkedin.com/pulse/walk-una-corda-tesa-tra-cinema-e-project-management-salvatore-pmp-/

“Controvento” un attore project manager racconta il volo dei fratelli Wright
https://www.linkedin.com/pulse/controvento-un-attore-project-manager-racconta-il-dei-salvatore-pmp-/

Quando alla fine è arrivato il master in ADF (Accademia della felicità), la “faccenda” dello scrivere si è fatta estremamente seria. Scrivere è una parte importante dell’attività di un coach ed era chiaro che per me lo sarebbe stato ancora di più, così ho iniziato a esplorare. Non temevo il foglio bianco, quanto di non essere sufficientemente preparata per parlare dei temi di cui volevo trattare.
Studiavo, e studiando arrivavano mille idee su quello che mi sarebbe piaciuto provare o sperimentare. Leggevo, leggevo di coaching ma anche di scienza e di arte, curiosa come una scimmia, affamata di novità, sempre alla ricerca di spunti e di nuove prospettive. Sentivo che era troppo presto.
Volevo padroneggiare la materia, non solo le parole. Quello che scrivevo doveva poter essere utile.
Ero solo all’inizio. Quello che veramente conoscevo erano i miei dubbi, le mie difficoltà e le esperienze che ogni giorno accumulavo, che risolvevano alcuni dubbi e ne creavano altri.
Ho iniziato raccontando proprio questo, la mia esperienza di tirocinio che poteva essere utile a chi avrebbe affrontato la palestra per diventare coach.
Così è nato il primo articolo di coaching che è stato pubblicato nel Blog di ADF il 10 aprile del 2018!

Una strada lunga 100 sessioni. Le sette lezioni del tirocinio
https://www.accademiafelicita.it/master/tirocinio-del-master-in-coaching/

E tu? Mi racconti come hai iniziato a scrivere?
Mi racconti come inizierai a scrivere?

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