Quante volte abbiamo pronunciato la frase “Non ho scelta”.?
Quante volte abbiamo sentito questa frase?

In quante occasioni ci siamo sentiti frustrati da questa idea di non poter far nulla per cambiare le cose? di non poter scegliere diversamente per noi o per una situazione?
Quante volte questa idea che la nostra scelta non sarebbe stata in alcun modo decisiva ci ha in qualche modo consolato, rincuorato e tolto un peso?

Partiamo dall’etimologia: il verbo scegliere deriva dal latino exelĭgĕre, parola composta da ex- e elĭgĕre «scegliere, eleggere». Il suo primo significato è “distinguere e determinare, tra più cose o persone, quella che sia o ci sembri più adatta allo scopo o più conveniente alle circostanze”.

Jean-Paul Sartre scriveva che “Ciò che non è assolutamente possibile è non scegliere.”. Ogni atto della nostra esistenza, è il risultato di una scelta.

La vera differenza sta nell’approccio, possiamo scegliere attivamente o scegliere passivamente.

Cosa significa scegliere attivamente?

Significa andare dritto al sodo dei nostri bisogni e affermarli, difenderli e combattere per realizzare i nostri obiettivi? Non necessariamente.
Scegliere attivamente significa farsi carico di un processo che possiamo sintetizzare i tre momenti principali:

  • Analisi delle opzioni e degli scenari possibili
  • Valutazione dei benefici e delle conseguenze delle possibili scelte
  • Decisione e consapevole assunzione  di responsabilità rispetto alle conseguenza (positive e negative) della nostra scelta

Quando anziché dire “non ho avuto scelta”, si dice “analizzata la situazione, ho scelto questa linea perché al momento è quella più conveniente”, allora in quel momento avremo compiuto una scelta attiva.
La differenza non sta nel tipo di impatto che avranno le nostre decisioni sul contesto né nella forza che dovremo usare per sostenere le nostre posizioni, quanto nella consapevolezza con cui le affronteremo.

Il potere eversivo della scelta attiva

La scelta attiva è una scelta responsabile, rispetto al contesto e rispetto all’individuo.

Compiere scelte consapevoli è uno dei miei obiettivi come essere umano, supportare le persone a scegliere consapevolmente è la mia mission come coach.

Carol S. Pearson in “L’eroe dentro di noi. Sei archetipi della nostra vita”  affronta l’intero ciclo del viaggio dell’eroe e riflette su come, sia a livello di individuo sia a livello di storia dei popoli, le fasi archetipiche rappresentino possibili approcci alla scelta.

L’Orfano è il solo fra gli archetipi ancorato alla posizione della non scelta, in attesa di un ritorno alla fase dell’infanzia dove le responsabilità e le scelte sono caratteristiche peculiari dell’adulto. L’Orfano non sceglie attivamente perché nega il problema, il dilemma in attesa di una risoluzione dall’alto. All’interno del ciclo del viaggio dell’eroe il suo compito è accettare il dolore e riconoscere la necessità di compiere una scelta attiva e consapevole.

Il resto del viaggio altro non è che la sperimentazione dei modi dello scegliere in un crescendo di efficacia e raffinatezza di pensiero e di intelligenza emotiva.

A questo punto è chiaro come l’esito finale di una scelta compiuta attivamente e di una scelta compiuta passivamente, potrebbe non essere nella sostanza della decisione finale differente se non per il livello di consapevolezza. In fondo solitamente quando si sceglie passivamente, ci si limita ad accettare senza metterli in discussione i vincoli che il contesto ci pone.
Quando scegliamo attivamente non possiamo chiudere gli occhi di fronti a nessuno degli attori in campo (non possiamo dimenticare le nostre esigenze, non possiamo non considerare i vincoli fisici, affettivi e economici), quando scegliamo attivamente possiamo individuare nuove “strade” o capire che dobbiamo avviare un processo di cambiamento.

Scelta e cambiamento

Quando scegliamo attivamente abbiamo deciso di tenere il timone, anche se vorremo seguire la corrente sempre pronti e reattivi al cambio dei venti.

È dunque un atto naturale quello scegliere? Scegliere attivamente significa fare “amicizia” con le emozioni che la scelta ci trasmette.

Scegliere significa sempre “rinunciare” a qualcosa e accogliere le conseguenze della nostra posizione, ma anche aver definito un obiettivo.
Una consapevole assunzione di responsabilità ci consente di assumere di essere parte di un processo in divenire. La consapevolezza ci aiuterà nella valutazione delle conseguenze e ci aiuterà a gestire con efficacia i rischi che rappresentano per il nostro benessere.

Quanta fatica costa scegliere attivamente? Moltissima! La capacità di scegliere attivamente è innata, ma deve essere coltivata, ribaltando credenze e convinzioni radicate nella nostra storia personale e culturale.

In questo caso il suggerimento è quello di partire dalle scelte importanti. Questo allenamento direttamente nella vasca “dei grandi” ci farà capire il beneficio di scegliere in prima persona e con consapevolezza.

Non appena saremo consci della nostra capacità di scelta attiva, individueremo con facilità gli ambiti sui quali vogliamo scegliere attivamente.

A me la scelta del ristorante importa poco, ma guai a toccare il menù!

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