La parola esibizione è il sostantivo del verbo esibire che deriva dal latino exibère voce verbale composta da EX (fuori) e HABERE (avere, tenere) quindi il significato letterale è mettere fuori (ossia presentare, offrire).
Nella lingua italiana i significati principali attribuiti a questo verbo sono:
- Presentare, mostrare al controllo di una persona qualificata.
- Mettere in mostra con ostentazione e compiacenza, sfoggiare.
Il public speaking è un’esibizione?
Chi parla in pubblico presenta qualcosa (il messaggio ovvero l’obiettivo finale della comunicazione) a un uditorio e mostra se stesso. È logico definire l’atto di parlare a un pubblico come un’esibizione.
Ti è mai capitato di assistere a presentazioni asettiche, troppo concentrate sugli aspetti tecnici che ti hanno annoiato in pochi minuti? Perché questo accade?
Nella maggior parte dei casi questo non è dovuto a una mancanza di preparazione, quanto all’eccessiva ed esclusiva concentrazione dell’esibizione sul messaggio, si racconta il prodotto, il servizio, l’idea ma si tralascia di mostrare il volto autentico di chi lo ha creato.
L’uomo analizza la realtà da prospettiva antropocentrica, è quindi l’individuo a catalizzare l’attenzione dei suoi simili. Siamo attratti dai nostri simili, più si mostrano più li trasformiamo nei nostri beniamini qualche volta indipendentemente dal valore del contenuto che esprimono. Per quale motivo quando si tratta di esporsi in prima persona è così difficile attuare una strategia che riconosciamo come vincente?
Il senso del decoro e la crescita
La prima risposta a questa domanda risiede nel percorso evolutivo individuale.
Sei fra quelli che ancora provano disagio al ricordo delle occasioni in cui bambino eri obbligato a mostrare la tua abilità di fronte ai parenti nelle feste comandate o negli spettacolini degli eventi scolastici?
O sei tra quelli che sentono il vergognoso rimorso ricordando il malcelato piacere con cui ti mettevi al centro dell’attenzione degli adulti recitando filastrocche, cantando o ballando?
Che tu sia introverso o estroverso , ti hanno insegnato che esibirsi è un atteggiamento consentito solo nell’infanzia, comunque non opportuno una volta diventati adulti.
Non è un caso che l’aggettivo esibizionista abbia un’accezione prevalentemente negativa nell’italiano corrente, e si riferisca a persone inopportune nei comportamenti di vanagloriosa auto-celebrazione o nell’abbigliamento vistoso o succinto.
Dimessi o istrioni?
La nostra società ci educa all’imbarazzo per l’esibizione e allo stesso tempo ci chiede di essere istrionici storyteller dei nostri prodotti.
Negli anni ’90 saper parlare in pubblico è diventata una chiave necessaria per avere successo professionale e sono spuntati come funghi corsi di public speaking.
Austeri formatori aziendali, alcuni bravissimi, hanno sciorinato tecniche e regole per il discorso perfetto, lavorando soprattutto sulla struttura del discorso.
Negli ultimi anni il trend è un po’ cambiato, preferendo il ricorso ad attori professionisti temporaneamente prestati alla formazione aziendale e di business.
I più curiosi, i più audaci hanno deciso di iscriversi a un corso di teatro, sperimentando così il proprio essere scenico in azione.
Basta un corso di public speaking per diventare un buon oratore?
Basta un scorso di teatro per liberare l’istrione sepolto nella memoria?
Non basta.
Coaching e l’esibizione felice
Avere un’ottima struttura per un discorso e valide regole da seguire non ci assicura un’esibizione di successo anche se ci preserva da pericolosi scivoloni logici.
Saper usare la voce ed essere capace di modulare i toni non ci garantisce la capacità seduttiva per “arrivare” al pubblico e catturare l’attenzione.
La capacità di parlare in pubblico è un talento? Sì, è un talento innato nel genere umano.
Ogni individuo può allenare la sua capacità di comunicare con gli altri.
Il coaching per il public speaking è un processo di consapevolezza dell’individuo rispetto a quello che la sua immagine e il suo agire comunicano e un processo di cambiamento per fare in modo che il messaggio sia autentico ed organico rispetto ai valori personali.
L’oratore non è un attore, non porta in scena qualcosa. È contemporaneamente scena e parte di essa in una relazione aperta e trasparente con il suo pubblico.
Imparare a parlare in pubblico significa acquisire consapevolezza e “cambiare”.
Consapevolezza e trasformazione, due parole identificative di un percorso di coaching alle quali aggiungo felicità. Perché diventare capaci di provare piacere nel parlare in pubblico significa avere un rapporto equilibrato e soddisfacente con se stessi.
E tu? Cosa provi quando ti metti in scena?