Judy Garland tra talento e infelicità

A vincere l’Oscar 2020 come miglior attrice è stata Renée Zellweger che ha interpretato Judy Garland in “Judy”. Parto da questo film per affrontare alcuni temi legati al talento.

In un articolo per il blog di Accademia della Felicità mi sono concentrata sui “Cinque principi per lo sviluppo del talento” .

Una missione importantissima del coaching è accompagnare nella scoperta e nello sviluppo del talento e smascherare tutte le convinzioni limitanti che ci impediscono di ottenere il successo che desideriamo. Quello che desidero fare oggi è smascherare la convinzione condivisa troppo talento= infelicità. Un vero ostacolo alla nostra realizzazione. Lo farò partendo da questo film.

Il talento maledetto

Avere un grande talento significa essere destinati a una vita infelice?

Judy è il riadattamento cinematografico del testo teatrale “End of the Rainbow” di Peter Quilter. Il racconto scorre su un doppio binario temporale dove troviamo Judy del 1939 e Judy del 1969. La struttura è un puzzle tra presente e passato e soprattutto tra premesse e risultati. È la luminosa parabola artistica di Judy Garland inquadrata dalla doppia prospettiva dell’inizio e della fine.

Quello che davvero il film ci racconta è quello che manca.

Quello che manca nel 1939 alla giovanissima Judy, l’adolescenza delle chiacchere, delle passeggiate con i ragazzi e dei gelati.

Quello che manca nel 1969 nonostante i cinque (alla fine sei) matrimoni e i figli, Judy ha avuto tutto, successo, amori e maternità ma non ha avuto se stessa.

L’ingrediente mancante

Cosa non ha funzionato nella vita di Judy Garland? Sviluppare il talento non è forse una delle strade più efficaci per essere felici?

Judy è stata vittima del fordismo produttivo della MGM, la macchina dello star-system ha spremuto il suo talento e ha fatto polpette della sua personalità, barattando rapporti umani, cibo e sonno con pasticche e produttività.

Judy nelle mani di Mayer diventa una macchina per far soldi mentre annega nel successo e nella disperazione. Non sappiamo come e se sarebbe esploso il talento di Judy senza la macchina infernale dello star-system se avrebbe avuto la pazienza, la costanza e la dedizione per ottenere risultati altrettanto validi.

Un talento grande è una grande responsabilità e richiede un grande impegno. In qualche modo scoprire di possedere un talento è una specie di chiamata, una rivelazione alla quale non possiamo sottrarci.

La rivelazione del talento

Eppure, al di là delle romantiche leggende cinematografiche, il talento non è mai una condanna.

A questo proposito lancio una provocazione. Provate a domandare a qualsiasi piccolo atleta se è felice di trascorrere tutti i suoi momenti liberi impegnato in allenamenti o in gare. Fate la stessa domanda a una giovanissima ballerina.

Personalmente vi confesso di non essere mai andata in discoteca fino ai trent’anni, tutto il mio tempo era impegnato nel teatro, e non avrei potuto immaginare un modo migliore di quello per vivere.

Tutti noi siamo in grado in grado di sperimentare che lavorare con il talento rende felici.

Spunti di coaching per il talento

Quali spunti possiamo cogliere allora da questa storia?

  • Non siamo autorizzati neppure per un attimo a credere che il talento possa essere una fonte di infelicità, il talento in sé è una grande responsabilità che la vita ci affida e che abbiamo il dovere di sviluppare
  • Dobbiamo assumerci la responsabilità di lavorare e sviluppare il nostro talento in un modo organicorispetto a come siamo, a quanta energia abbiamo ma anche in funzione di quelli che sono i nostri obiettivi
  • Arriviamoci con le nostre forze e con i nostri tempi, la competizione ci snatura, cambia i nostri piani, ci porta su campi di battaglia che non sono i nostri
  • Tutti noi siamo numeri uno in qualcosa e in qualche modo, ma avere qualcuno per cui tifare è bellissimo. Guardiamo gli altri, pratichiamo la solidarietà, la gratitudine, la collaborazione. La generosità e l’empatia sono talenti in grado di illuminare tutti gli altri talenti che abbiamo
  • Parafrasando un noto detto: il talento logora chi è troppo pigro per applicarsi!
  • Il talento non è mai uno solo, non possiamo svilupparne uno senza occuparci di tutti gli altri!

L’alternativa alla vita di Judy Garland non era non essere Judy Garland con tutto il suo talento, ma essere felice.

La scelta che Judy compie è negare il talento cancellandone il risultato.
La storia di Judy finisce con una morte per overdose di farmaci.

A distanza di quarant’anni dalla morte il suo talento continua a brillare e a ispirare opere di altri talenti.

Quali sono i tuoi talenti? Quali sono i tuoi obiettivi per svilupparli? Se ti stai chiedendo come è possibile scoprire e sviluppare i talenti nascosti che possono regalarti una vita piena di soddisfazione, contattami per un incontro.

Scopriremo come possiamo lavorare sui tuoi talenti con il coaching, ti svelerò qualche trucco di magia del teatro e vedremo con uno sguardo di coaching qualche film.

Il tuo talento è un dono per l’umanità che il destino ha assegnato a te!
IL coaching è il motore per sviluppare il tuo talento
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